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Veleni, complotti, dossieraggio e logge massoniche. Magistratura nel caos

L’usignolo canterino si chiama Piero Amara, avvocato siciliano già coinvolto in altri procedimenti giudiziari, il quale in occasione di alcuni interrogatori in cui è stato sentito come testimone presso la Procura di Milano tra dicembre 2019 e gennaio 2020 ha cantato parecchio al punto che quei verbali hanno scatenato, seppure a scoppio molto ritardato, un vero putiferio che rischia di sconquassare ancor di più quel segmento della Magistratura che già si è rivelato essere un verminaio dopo l’esplosione fragorosa del caso Palamara.

In sintesi, il resoconto dei fatti, degno di una vera spy story, è il seguente.

Per circa sei mesi tra fine 2019 e maggio 2020, il Pm della Procura di Milano Paolo Storari che aveva raccolto le scottanti dichiarazioni di Amara, ha chiesto ai vertici della Procura, di aprire un fascicolo d’indagine per verificare la veridicità di quelle dichiarazioni che adombravano gravi reati e perfino l’esistenza di una loggia segreta chiamata “Ungheria” di cui farebbero parte magistrati, politici e rappresentanti delle istituzioni.

Non avendo avuto riscontro, il Pm Storari nella primavera del 2020 ha consegnato i verbali al consigliere del Csm Piercamillo Davigo spiegando a quest’ultimo che alla Procura di Milano gli impedivano di aprire l’inchiesta.

A quel punto Davigo, come da egli stesso riferito, ha “informato chi di dovere” ovvero il Presidente della Repubblica Mattarella.

Persistendo tuttavia l’oblio sui verbali, ad un certo punto verso la fine del 2020 qualcuno ha pensato bene di inviarli in forma anonima alla redazione dei giornali La Repubblica e Il Fatto Quotidiano.

Tuttavia, anche i giornali in questione, stranamente, non hanno inteso rivelare neppure minimamente l’esistenza di quei verbali e li hanno rispediti proprio a quella stessa Procura di Milano dove erano già stati completamente ignorati.

Oggi si è anche scoperta la manina anonima che ha inviato i verbali ai giornali, ovvero Marcella Contrafatto, funzionaria del Csm e fino a qualche giorno prima nella segreteria del consigliere Davigo. La Contrafatto ora è indagata per calunnia e nei giorni scorsi all’esito di una perquisizione gli inquirenti hanno trovato le copie dei verbali che aveva spedito.

Nel contempo però il plico anonimo era stato recapitato anche a Nino di Matteo, altro consigliere del Csm, ed è stato proprio quest’ultimo a informare il procuratore di Perugia Raffaele Cantone la cui procura finalmente ha aperto un’inchiesta sulle dichiarazioni di Amara.

Comunque, meglio tardi che mai, ora saranno le procure ad accertare se Amara ha raccontato fatti veri o se ha lavorato di fantasia.

Ad ogni modo, in attesa (si spera) di conoscere la verità, nel frattempo ci sono parecchi punti oscuri e parecchi interrogativi che sorgono, ovvero:

- se la storia è venuta a galla solo nei giorni scorsi grazie alle rivelazioni del quotidiano Domani, come mai solo oggi chi invece la conosceva da tempo, ovvero quelli di Repubblica e del Fatto Quotidiano, vi hanno dato ampio risalto raccontando cosa c’è scritto nei verbali di Amara quando invece avrebbero già potuto farlo molto tempo prima ?

- se come affermato anche da Nino Di Matteo e da quasi tutti i giornali, la gola profonda Amara è un mentitore inattendibile, come mai a distanza di un anno e mezzo nessuno lo ha ancora mai indagato per calunnia ?

- se Amara è un calunniatore inattendibile, come mai sono stati indagati e anche processati numerosi magistrati proprio grazie alle confessioni di Amara ?

- se è vero che Amara è un calunniatore inattendibile, come mai la stessa procura di Perugia lo ha ritenuto invece pienamente attendibile nelle dichiarazioni fatte su Palamara e su di esse porterà a processo Palamara con l’accusa di corruzione ?

- se è vero che Amara si è inventato tutto, qual è allora il suo movente, ovvero chi vuole colpire con le sue calunnie e soprattutto perché ?

- se al Csm già da molto tempo sapevano della storia, così come la conosceva il Presidente Mattarella, come si spiega l’assoluta inerzia di tutti e dell’allora Ministro della Giustizia Bonafede tanto solerte nell’inviare gli ispettori quando non serve e tanto distratto quando invece le ispezioni servirebbero davvero ?

Questi sono gli interrogativi a cui, soprattutto dalle parti di Repubblica e del Fatto Quotidiano, dovrebbe darsi una qualche attendibile risposta senza dover necessariamente attendere l’invio di qualche lettera anonima.

Ugo Antani




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