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TRE DOSI DI GIUSTIZIA

A leggere le motivazioni del collegio senza sapere che si sta leggendo una sentenza sembra proprio di sentir parlare uno dei tanti vituperati no vax. Invece le parole non sono di qualche no vax ma dei giudici del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana (il massimo organo della giustizia amministrativa) che con ordinanza del 22 marzo ha sollevato la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 4 del Decreto Legge n. 44/2021 nella parte in cui prevede l’obbligo vaccinale per il personale sanitario e la sospensione dal lavoro per chi rifiuta di vaccinarsi. Sono tre i cardini su cui si fonda l'ordinanza e potremmo metaforicamente paragonarli a tre dosi di giustizia destinate ad immunizzare i lavoratori dagli effetti nefasti e discriminatori del decreto sull'obbligo vaccinale.

PRIMA DOSE: "L’attuale previsione dell’obbligo vaccinale presenta profili di criticità, con riferimento alla percentuale di eventi avversi e fatali (ben superiore alla media degli altri vaccini, obbligatori e non), che peraltro allo stato non sembrano oggetto di prevenzione (attraverso un sistematico coinvolgimento dei medici di base e l’esecuzione di testdiagnostici pre-vaccinali), escludendosi la legittimità dell'imposizione di obbligo vaccinale mediante preparati i cui effetti sullo stato di salute dei vaccinati superino la soglia della normale tollerabilità, il che non pare lasciare spazio all'ammissione di eventi avversi gravi e fatali, purché pochi in rapporto alla popolazione vaccinata, criterio che, oltretutto, implicherebbe delicati profili etici (ad esempio, a chi spetti individuare la percentuale di cittadini "sacrificabili")".

SECONDA DOSE: "non vi è prova di vantaggio certo per la salute individuale e collettiva superiore al danno per i singoli, non vi è prova di totale assenza di rischio o di rischio entro un normale margine di tollerabilità, e non vi è prova che – in carenza di efficacia durevole del vaccino – un numero indeterminato di dosi, peraltro ravvicinate nel tempo, non amplifichi gli effetti collaterali dei farmaci, danneggiando la salute.

TERZA DOSE: "il numero di eventi avversi, la inadeguatezza della farmacovigilanza passiva e attiva, il mancato coinvolgimento dei medici di famiglia nel triage pre-vaccinale e comunque la mancanza nella fase di triage di approfonditi accertamenti e persino di test di positività/negatività al Covid non consentono di ritenere soddisfatta, allo stadio attuale di sviluppo dei vaccini antiCovid e delle evidenze scientifiche, la condizione, posta dalla Corte costituzionale, di legittimità di un vaccino obbligatorio".

Peraltro, va detto che anche altre questioni di legittimità costituzionale sono già state sollevate in precedenza dal Tar Lombardia e dal Tribunale di Catania, mentre alla Corte di giustizia europea è stata rimessa la questione di legittimità comunitaria sollevata dal Tribunale di Padova. Sarà quindi la Corte Costituzionale a doversi pronunciare sulla legittimità dell'obbligo vaccinale, e si auspica quindi che le tre potenti dosi facciano il loro effetto sui giudici della Corte preservandoli dal pericoloso morbo della ragion di Stato.

Ugo Antani



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