SCATTI DI ANZIANITA'
Come recita il famoso proverbio "il servo attacca l'asino dove vuole il padrone".
Non si allontana molto dal saggio detto popolare l'arringa difensiva oggi messa in piedi dallo storico fotografo dei Benetton Olivero Toscani, una vita passata ad immortalare nei suoi pregiati scatti fotografici gli United Colors.
"E' un'ingiustizia umana, Luciano Benetton ha 85 anni, ha un'integrità morale e una serietà indiscutibili", questa l'accorata difesa a favore dell'anziano imputato messo alla sbarra per avere provocato un disastro che neppure Stephen King nei suoi peggiori incubi visionari avrebbe potuto fantasticare e mettere in scena, con un ponte che cede su stesso e inghiotte decine di vite umane.
Ora, se la scriminante invocata è l'anzianità del reo o la sua integrità morale, forse Luciano Benetton avrebbe fatto meglio a difendersi da solo, visto che la responsabilità per la morte di 43 persone non è di certo esclusa o mitigata dall'età avanzata del colpevole o dalla sua integrità morale agli occhi dei suoi sottoposti.
Che la rabberciata difesa faccia acqua da tutte le parti è, inoltre, dimostrato dal fatto che leggendo l'intervista rilasciata dal celebre fotografo si legge di tutto a proposito delle qualità morali e imprenditoriali della famiglia Benetton e in particolare di Luciano “un signore nato povero, orfano povero, che a 10 anni già lavorava”, si legge di tutto su quanto siano mediocri gli italiani che lo attaccano, e perfino sul favore che i Benetton ci avrebbero fatto a prendersi la gestione delle Autostrade che non voleva nessuno e che lo Stato avrebbe loro “affibbiato”, ma non si rinviene neppure una parola che sia una sulle vittime del crollo, sulle loro vite spezzate, sul dolore dei familiari che ancora piangono i loro cari e maledicono quel giorno sciagurato in cui oltrepassando la sbarra del casello si sono ritrovati a percorrere, verso un crudele destino, il ponte della morte.
D'altronde lo stesso Toscani aveva già manifestato in una precedente intervista tutta la sua mancanza di rispetto per le vittime affermando con disinvoltura e senza provare un minimo di ritegno "ma a chi volete che interessi se casca un ponte, smettiamola".
Il problema, quindi, per il presunto fuoriclasse dello scatto milionario radical chic non è il ponte crollato (che è un irrilevante episodio di cronaca minore) non sono i morti e le sofferenze dei familiari, bensì la pochezza e la mediocrità degli italiani, anzi, degli “italioti” (perché così definiti appaiono ancora più abietti) che sono pieni di cattiveria e di invidia e sono la zavorra di questo Paese "adesso la gente gode a dare addosso, gli italioti mediocri, che purtroppo sono il freno a mano di questo paese. Questo è un paese pieno di cattiveria, di frustrazione, di cattiveria sociale, invidia".
A proposito di anzianità prendiamo allora in prestito una delle celebri frasi attribuite proprio al fotografo toscano “in fondo la vecchiaia non è altro che il castigo di essere ancora vivi”, per esortarlo d’ora in poi a viversi il suo castigo in rigoroso silenzio, se non altro perché il silenzio è il minimo che occorre umanamente e pietosamente osservare di fronte a chi ha avuto spezzata la propria vita per responsabilità altrui.
Ugo Antani