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NOTTE FONDA PRIMA DEGLI ESAMI

Parafrasando Antonello Venditti che nella sua celebre canzone “Notte prima degli esami” si chiedeva “ma come fanno le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati”, ci si può chiedere “ma come fanno le deputate con gli occhiali a farsi nominare Ministri dell’Istruzione”.

La iperossettata Ministra Azzolina, nei pochi mesi in cui si è ritrovata alla guida del Ministero, dando sempre l’impressione di esserci capitata quasi per caso e di condurre il suo incarico con il malcelato fastidio di chi avrebbe voluto occuparsi di tutt’altro, è riuscita nel record, assai poco invidiabile, di aver fatto incazzare praticamente tutti, insegnanti di ruolo, precari, studenti, genitori, sindacati e perfino gli stessi dirigenti politici (Conte in primis) che in quel posto hanno scelto malauguratamente di piazzarla, tutti infuriati con la Ministra e non solo perché dovrebbe probabilmente scegliere una tono di rossetto un po' meno pesante,

Solo l’emergenza sanitaria e gli “stati generali confusionali” nei quali il Governo Conte versa da mesi l’hanno salvata fino ad oggi da una sicura e meritata defenestrazione.

Che poi la verità è che in quel Ministero la Azzolina c’è capitata davvero per caso.

Infatti, dapprima nel 2018 è stata “ripescata” dalla Corte di Cassazione a causa della carenza di candidati dei 5Stelle rispetto ai seggi conquistati in Campania e poi, dopo il fortunoso e inaspettato ripescaggio, è diventata Ministra dell’Istruzione solo perché ha rassegnato le dimissioni il Ministro Lorenzo Fioramonti ed è stato necessario procedere alla sua sostituzione a partita in corso.

Eppure già il suo curriculum personale non prometteva niente di buono.

Basti rammentare che nel 2017 la Azzolina ha partecipato, risultando anche vincitrice, ad un concorso da preside e ha sostenuto le relative prove essendo in quel momento deputato e membro della Commissione parlamentare istruzione di Montecitorio, senza quindi preoccuparsi minimamente del “leggerissimo” conflitto di interessi che ciò comportava.

La pezza che la Azzolina ha tentato di mettere è stata peggio del buco; si è infatti giustificata affermando che quando si era iscritta al concorso nel 2017 non era ancora parlamentare, come se un conflitto di interessi sopravvenuto non sia più un conflitto di interessi.

Peraltro, nel concorso in questione la Azzolina è riuscita a prendere addirittura voto zero in informatica (che praticamente equivale a non saper neppure accendere un computer) e voto 5 (su 12) in inglese.

Ancora peggiore e poco edificante per un futuro Ministro della Scuola è stata la copiatura di interi paragrafi di una tesi presentata al termine della Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario della Toscana all’università di Pisa.

Anche in tal caso la Azzolina ha fornito una giustificazione disarmante affermando che “era solo una relazione di fine tirocinio”, come se nelle relazioni finali di tirocinio possa essere lecito appropriarsi di scritti altrui.

Il meglio di sé però la Azzolina (di cui qualche ipovedente ha rilevato una certa somiglianza con la compianta Moana Pozzi) lo ha dato nel corso dell’emergenza sanitaria.

Una sequela imbarazzante di annunci senza senso, di contraddizioni, di cambi di posizioni da un giorno all’altro, di approssimazioni, di continue incongruenze e una totale confusione mentale, accompagnato dalla mancanza di qualsiasi serio progetto e piano per la ripresa della scuola e per il suo futuro.

La Ministra è riuscita a raggiungere anche pregevoli vette comiche come quando ha usato l’iperbole degli imbuti per descrivere gli studenti “è importante che non si pensi che lo studente sia un imbuto da riempire”, facendo rievocare gli immaginifici “mbuti” di Corrado Guzzanti nel suo Rieducational Channel, oppure quando ha lanciato la geniale e fantasiosa proposta di far ripartire la scuola a settembre con la singolare programmazione di metà giorni di lezioni in aula e metà da casa, rievocando la tattica della “bizona” del mitico allenatore nel pallone Lino Banfi nei panni di Oronzo Canà.

E’ riuscita perfino nell’impresa di farsi prendere in giro da Salvini (che non è certo un accademico della Crusca) il quale le ha fatto notare che plexiglas si scrive con una sola “s” e non con due come lei aveva invece fatto nell’annunciare la bislacca idea dell’isolamento degli studenti in classe attraverso divisori di separazione, salvo poi fare immediata retromarcia la mattina dopo, appena sveglia, resasi conto della boiata enorme che gli era scappata dalla bocca.

Per non parlare della genialata di svolgere le lezioni all’aperto; ha affermato la Ministra che la classe scolastica così come sempre concepita "è una microcomunità che ha sempre meno senso” e che occorre quindi riorganizzare le attività didattiche prevedendo di svolgerle negli spazi esterni alla scuola come parchi, strutture sportive o spazi culturali.

Ora, anche volendo sorvolare sull’abnormità di ritenere superato il concetto di classe scolastica che costituisce il nucleo primario dell’istruzione impartita nella socialità tra gli studenti e come luogo di arricchimento, di partecipazione, di crescita e di condivisione, non può che lasciare sconcertati il progetto di svolgere lezioni all’aperto dimenticandosi che una simile attività didattica sarebbe ovviamente condizionata dagli eventi atmosferici tipici delle stagioni autunnali e invernali, salvo prevedere tra i dispositivi di sicurezza, oltre alla mascherina, anche l’uso obbligatorio dell’ombrello.

Il decreto Scuola per il quale i parlamentari si sono perfino accampati di notte in Parlamento, oltre a non offrire praticamente nessuna soluzione se non la riapertura delle scuole a settembre (e ci mancherebbe altro), ha creato solo ulteriore caos, non contenendo alcun progetto, alcuna misura che abbia una finalità di impulso, alcuna misura di stabilizzazione dei precari, alcuna misura di ristrutturazione e adeguamento degli edifici scolastici, alcuna misura per le scuole paritarie che anzi sono completamente ignorate

Dulcis in fundo l’esame di maturità che si svolgerà in presenza e soltanto con una maxi prova orale, con totale abbandono di ogni criterio di merito, visto che gli studenti saranno tutti ammessi, anche quelli con insufficienze più o meno gravi e saranno giudicati da docenti soltanto interni alla scuola.

Insomma notte fonda e disastro su tutta la linea, tanto da far sperare agli stessi partiti che sostengono il Governo che l’esperienza da Ministro della Azzolina si possa dissolvere al più presto e che, come il Covid-19, possa finalmente smettere di circolare prima di fare danni ulteriori.

Come cantava Venditti descrivendo lo stato d’animo dello studente la notte prima degli esami alle prese con gli odiati libri di matematica “la matematica non sarà mai il mio mestiere”, tutti noi speriamo per la Ministra Azzolina che terminata la sua tragicomica esperienza “la politica non sarà mai più il suo mestiere”.

Ugo Antani


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