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Io apro, tu apri, egli chiude

Oggi il leader della Lega è tornato prepotentemente alla carica con le riaperture: "Se fra dieci giorni la situazione sanitaria sarà tornata tranquilla sarà giusto riaprire bar, ristoranti, scuole, palestre, teatri, centri sportivi".

Già ieri, inoltre, rivolgendosi direttamente a Draghi il leader della Lega aveva dichiarato: "È impensabile tenere chiusa l'Italia anche per tutto il mese di aprile. Nel nome del buonsenso che lo contraddistingue - e soprattutto dei dati medici e scientifici - chiediamo al presidente Draghi che dal 7 aprile, almeno nelle regioni e nelle città con situazione sanitaria sotto controllo, si riaprano (ovviamente in sicurezza) le attività chiuse e si ritorni alla vita a partire da ristoranti, teatri, palestre, cinema, bar, oratori, negozi".

Purtroppo per lui è passato solo qualche minuto e Draghi gli ha riposto in tempo reale direttamente dalla conferenza stampa replicando che: “continuare a tenere chiuso sia pensabile o impensabile dipende esclusivamente dai dati a disposizione, le misure prese hanno dimostrato di non essere campate in aria. Riaprire è auspicabile, ma le decisioni si prendono in base ai dati".

Gli ha fatto eco oggi il Ministro Speranza: "La priorità del Paese è la campagna vaccinale”, preannunciando la conferma della linea dura per tutto il mese di aprile: “Le misure adottate finora ci hanno dato un primissimo segnale di rallentamento, ma la situazione è ancora delicata”. Quindi fino al 30 aprile ancora niente spostamenti tra le regioni, bar e ristoranti ancora chiusi, riapertura di palestre, piscine, cinema e teatri a data da destinarsi, e zona gialla cancellata ovunque fino alla fine del mese.

La linea restrittiva è stata ovviamente condivisa con la cabina di regia e, come noto, in cabina di regia c’è anche il fido Giorgetti in rappresentanza della Lega il quale, almeno in teoria, è messo lì per perorare la causa “riaperturista” del suo leader ma nei fatti ha praticamente avallato la scelta restrittiva dell’esecutivo.

Insomma, ora che è al Governo Salvini si vede costretto ad ingoiare parecchi rospi ed è ovvio che quella che inizialmente sembrava una luna di miele con Draghi inizia a vacillare con i primi segni di palese insofferenza.

La strada è lunga perché la crisi in cui è piombato il Paese sembra infinita, ma ricordando il famoso tormentone medico-scientifico dei morti “per” Covid e dei morti “con” Covid, c’è solo da chiedersi a questo punto se questo governo morirà “per” Salvini o morirà “con” Salvini.

Ugo Antani



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