IL SILENZIO DEGLI INDECENTI
Fa un rumore davvero assordante e fragoroso l'imarazzante (e imbarazzato) silenzio del Presidente del CSM, nonché Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sulla scandalosa vicenda delle intercettazioni che vedono coinvolti il giudice Palamara il CSM e in generale tutto l'ambiente della italica Magistratura.
Colpisce e indigna il silenzio del Presidente Mattarella proprio perché la presidenza del CSM affidata al Capo dello Stato ha la funzione di garantire l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura dal potere legislativo e da quello esecutivo, mentre ciò che è emerso dalle intercettazioni è l'esatto opposto di tutto questo.
Se quindi il Presidente Mattarella, come prevede la Costituzione, è il garante dell'autonomia della Magistratura dalla politica dal Governo e dal Parlamento, un suo deciso e censorio intervento appariva non soltanto opportuno ma senza dubbio istituzionalmente doveroso.
E invece?
Invece accade che la voce già di per sé flebile e soporifera del Presidente Mattarella per il momento è rimasta silenziata, nessun segno di vita o di apparente attività oro-motoria, l'encefalogramma è piatto e si teme che vi rimarrà a lungo.
Eppure lo tsunami in corso e il verminaio indecente che è emerso, oltre ad aver fatto capitolare le principali teste dell'Associazione Nazionale Magistrati, infligge un colpo durissimo alla Istituzione che lo stesso Mattarella rappresenta minando alle fondamenta le prerogative dello Stato di diritto di cui Egli è (o dovrebbe essere) il primo e principale garante.
Ma evidentemente o tutto ciò non è ritenuto sufficiente a svegliare dal suo torpore il Presidente (e questo sarebbe un errore di valutazione) oppure il silenzio è voluto e persegue altre finalità (e questo sarebbe allora frutto di un precisa strategia che somiglia molto ad una congiura per mettere il silenziatore ad una pistola che però ha già sparato e l'hanno sentita tutti).
Eppure il vizietto di usare il silenziatore quando serve non è un brevetto esclusivo dell'oppiaceo Mattarella ma ricorda molto i silenzi strategici del suo illustre predecessore Re Giorgio Napolitano, si proprio lui, l'uomo delle reprimende, dei rimbrotti, l'uomo dal monito facile, ci ha più volte dimostrato come il silenzio possa essere usato all'occorrenza come un'arma sottile.
Come dimenticare il PM Di Matteo che all'epoca del processo sulla trattativa Stato-mafia riferendosi ai silenzi e ai "non ricordo" di Napolitano (chiamato anche a testimoniare al processo) denunciava "assistiamo a silenzio e nascondimento dei fatti".
E ciò che oggi appare curioso è che alcuni personaggi citati proprio (ironia della sorte) nelle intercettazioni e che hanno poca conoscenza della vergogna ma anche scarsa memoria e ai quali oggi pare normale il silenzio di Mattarella (ci si riferisce a Marco Travaglio) dovrebbero ricordarsi di ciò che loro stessi hanno fatto e detto quando a tacere (colpevolmente secondo Travaglio) sul CSM era stato proprio il Presidente Napolitano.
Era il 28 gennaio 2009 e a Roma a Piazza, Farnese si organizzava una manifestazione dell’ Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, con l'adesione tra gli altri, di Antonio Di Pietro, Marco Travaglio, Beppe Grillo e Carlo Vulpio e dalla quale veniva lanciata, con la benedizione e la sponsorizzazione del medesimo Travaglio, la precusa accusa: "chiediamo il perché dei troppi silenzi del Capo dello Stato che tace anche quando le funzioni istituzionalmente previste per la sua carica gli imporrebbero di pronunciarsi ed intervenire.. ancora una volta chiediamo al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di prendere posizione sulle continue violazioni della Costituzione operate dall’oligarchia che governa il paese e di smettere di avallare, in qualità di Capo del CSM, le decisioni, lesive per la democrizia, adottate dall’organo di autogoverno della magistratura in merito alla presunta -guerra tra procure..si ricordi Napolitano che questa nostra Seconda Repubblica si fonda sul sangue di Falcone e Borsellino e di centinaia di vittime innocenti della mafia e si renda conto che i suoi silenzi altro non fanno che avallare l’operato di chi ha addosso la responsabilità di quelle stragi e siede adesso nelle aule del Parlamento Italiano".
All'epoca i silenzi di Napolitano non erano innocenti così come non lo sono oggi quelli di Mattarella.
Ugo Antani
