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IL PASTORE TEDESCO


Nello scenario verde e barocco della tenuta del Castello di Meseberg nella Marca brandeburghese, Giuseppe Conte ha incontrato la Cancelliera tedesca Angela Merkel in un vertice “unilaterale” dove la Merkel si è fatta le domande e si è data anche le risposte, in vista del Consiglio europeo in cui si dovrà discutere del Recovery Plan messo in campo dalla Commissione europea.

La padrona di casa (dove la casa di proprietà è l’Unione Europea) è stata anche dolce e premurosa con il suo sottoposto al quale ha anche offerto caffè e pasticcini, riscontrando la gratitudine del Premier apparso particolarmente rallegrato e scodinzolante.

Dopo essersi genuflesso ed avere ringraziato per il grande e generoso aiuto fornito dal popolo tedesco anche in tempi di pandemia nel solco di una notoria tradizione storica che ha sempre visto la Germania arrecare grandi benefici al nostro Paese, il Premier ha provato ad abbozzare, con un timido filo di voce, perfino una umile richiesta, ovvero che i soldi del Recovery Fund non vengano gestiti dal Consiglio Ue che potrebbe comportare il veto dei Paesi membri e in particolare di quei cattivoni dei Paesi frugali (tra cui Olanda e Austria).

La Merkel per un attimo lo ha guardato con tono sorpreso e corrucciato chiedendogli se per caso il caffè non fosse di suo gradimento, rammentando l’ordine tassativo per cui devono essere i singoli Stati membri a trattare con la Commissione su come spendere i soldi del Recovery Fund con decisione finale rimessa al Consiglio europeo che dovrà decidere con maggioranza qualificata.

Il nostro Premier ha immediatamente rassicurato la Cancelliera di non avere assolutamente nulla da obiettare sulla qualità del caffè, aggiungendo anche con tono sottomesso “com’è umana lei”.

La Merkel poi gli ha chiesto se avesse qualcosa da replicare e il Premier ha espresso la propria incondizionata accettazione di ogni sua decisione, aggiungendo di ritenere più che giusto qualsiasi tipo di controllo da parte della Ue su come l’Italia spenderà i soldi del Recovery Fund, chiedendo lui stesso, anzi, che ci sia un costante monitoraggio sui conti e sulla spesa, rendendosi disponibile eventualmente anche ad ospitare in Italia gli agenti controllori della Gestapo tributaria europea con vitto e alloggio a carico del Governo italiano, pensione completa, bus navetta e ombrelloni in prima fila, aggiungendo al pacchetto volendo, tanto per gradire, anche una simpatica imposta patrimoniale e l’abolizione di quella bruttura di Quota 100.

Alla fine dell’incontro, prima dei saluti, la Cancelliera non ha lesinato carezze sulla testa del Giuseppe nazionale il quale ha ripreso la strada di casa rincuorato e felice per essere scampato al pericolo che la Merkel gli potesse chiedere di dover essere l’Italia a prestare i soldi all’Unione Europea.

Ugo Antani

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