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IL CONTE SULLO STRETTO

C'era qualche tempo fa uno spot pubblicitario che aveva lo slogan "noi non vendiamo sogni ma solide realtà".

Era il 27 settembre 2018 quando il Vicepremier Luigi Di Maio, al termine del Consiglio dei Ministri, affacciato dal balcone di Palazzo Chigi, con gli altri ministri del Movimento 5 Stelle, con fuochi d'artificio bandiere e striscioni annunciava trionfante: "oggi in Italia abbiamo abolito la povertà".

Ebbene, potevamo già accontentarci di questo straordinario risultato, considerato che nel mondo vivono in condizioni di povertà estrema circa 900 milioni di persone che sopravvivono con meno di due dollari al giorno per procurarsi cibo, acqua, medicine e tutto il necessario per condurre una vita dignitosa.

Invece no, siamo molto più fortunati.

Dopo l'abolizione della povertà siamo pronti a passare alla fase della ricchezza e dell'opulenza.

Come spiegatoci dal Premier Conte, riapparso in tv all'ora del Decreto (stavolta per l'aperitivo), una pioggia di miliardi sta per inondarci e come i bambini a Natale dopo il pranzo con i parenti abbiamo il portafogli pieno di soldi e dobbiamo solo decidere come spenderli.

Il benefattore è l'Unione Europea e il pacco regalo si chiama Recovery Fund.

Senza farsi ingannare dal nome non si tratta di un reparto ospedaliero per lungodegenti ma di un fondo di ben 172 miliardi che arriveranno dritti dritti nelle nostre casse.

Quando arriveranno esattamente e su quale binario non è stato ancora comunicato, ma pare comunque che sia arrivato un dispaccio di conferma da Bruxelles direttamente dal Generale Von Der Leyen.

Di questi 172 miliardi addirittura 82 sono una regalia a fondo perduto, dei quali circa 70 ce li regaliamo praticamente da soli perché noi siamo generosi e crepi l'avarizia.

Ecco allora l'annuncio del grande piano di Rinascita il "Recovery plan" (chiamarlo lavori di manutenzione straordinaria pareva brutto e cafone).

Diamo il via quindi alle grandi spese alle grandi riforme e alle grandi opere, venga il tempo delle bonifiche e delle monumentali opere come in un rinnovato Ventennio, venga la riforma del Fisco (tanto i soldi non sono nostri) e venga anche il Nuovo Codice Civile e il nuovo Digesto del giureconsulto Bonafede.

Il grande piano, già avviato qualche mese fa quando il Ministro Toninelli ha scavato e realizzato a mani nude il tunnel del Brennero, ora potrà finalmente essere realizzato e perfino l'opera più ambiziosa il Ponte sullo stretto di Messina non sarà più un sogno ma diverrà una solida realtà.

Ugo Antani


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