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I PREDATORI DEL FONDO PERDUTO

Scandalo e indignazione bipartisan per la notizia dei cinque parlamentari che hanno chiesto e ottenuto dall'Inps il bonus di 600 euro previsto dai decreti Cura Italia e Rilancio per sostenere il reddito di autonomi e partite Iva.

Caccia aperta ai nomi degli avidi parlamentari che vergognosamente hanno voluto approfittare della legge adottata per aiutare le famiglie in difficoltà, senza accontentarsi dei quasi 13mila euro netti di stipendio al mese e dei vari benefit e privilegi di cui già godono.

I bene informati (anche se non si capisce informati da chi) parlano di tre deputati leghisti, uno dei 5Stelle e uno di Italia Viva.

Va detto subito che nella vicenda non c’è nulla di illegale in quanto la possibilità di ottenere il bonus in questione era prevista dalla legge e non si sono state violazioni o truffe da parte dei cinque beneficiari.

Il decreto, infatti, non prevedeva né il requisito del reddito né il divieto di richiedere il bonus per chi avesse una carica pubblica elettiva da deputato o da senatore, mentre l’unico requisito richiesto era quello di avere avuto una riduzione del reddito.

Nulla di illecito, quindi, ma soltanto lo squallore etico e politico di chi indegnamente, spinto dalla propria insaziabile avidità, non si è fatto alcuno scrupolo nel farsi erogare perfino il bonus di 600 euro alla stessa stregua di un padre di famiglia che stenta ad arrivare a fine mese.

Quanto accaduto è di una bassezza perfino immorale per un parlamentare, e su questo non ci sono dubbi.

A dare la notizia è stata la Direzione Centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps, una struttura creata dal presidente Pasquale Tridico con l’obiettivo di scovare le truffe ai danni del sistema previdenziale.

Pasquale Tridico, per chi non so sapesse, è uomo di punta dei 5Stelle ed è stato il super consulente di Luigi Di Maio sul reddito di cittadinanza, prima di essere nominato Presidente dell’Inps.

Una domanda allora a questo punto sorge spontanea.

Se non c’è nulla di illecito e non ci sono truffe ed è tutto regolare, perché mai il Nucleo Antifrode dell’Inps ha voluto segnalare la vicenda facendo scoppiare questa bolla di indignazione popolare?

Perché il Nucleo Antifrode, tra l’altro violando la riservatezza a cui per legge è tenuto, ha fatto uscire la notizia pur sapendo perfettamente che non è stata commessa alcuna azione illegale e alcuna truffa?

La risposta verosimilmente la si trova proprio nel coro di indignazione collettiva che si è scatenato immediatamente dopo l’uscita della notizia, nella gogna che è subito ripartita verso i parlamentari e verso i privilegi della casta (“vergognatevi”, “fuori i nomi”, “dimissioni immediate”, “i furbetti si facciano avanti”) e nella strumentalizzazione della vicenda da parte di chi ha interesse a rafforzare il sentimento di sfiducia verso la classe politica.

Quale migliore spot elettorale per il referendum sul taglio dei parlamentari che andrà in scena a settembre?

Non a caso i grillini in queste ore sono i più scatenati (Di Maio e Fico su tutti) nel gridare allo scandalo e nell’invocare la ghigliottina per i miserabili del bonus, rispolverando immancabilmente i loro slogan populisti anticasta che sono l’arma migliore per sostenere la campagna elettorale referendaria che, come si vede, nonostante i bollori agostani, è davvero partita alla grande.

Ugo Antani





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