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I NO-TAMP

La stretta è nell'aria perché l'esperienza ci ha insegnato che tutte le volte in cui i membri del Cts hanno parlato di "ipotesi allo studio" , l'ipotesi nel giro di pochi giorni è diventata decreto legge. Dalla cabina di regia del 23 dicembre verranno fuori parecchie novità poco piacevoli, e stavolta ad essere presi di mira saranno gli inoculati i quali evidentemente avevano festeggiato troppo in anticipo la libertà di potersi godere serenamente il Natale alla faccia dei reprobi no-vax reclusi in casa. Preso atto ormai mestamente che il siero non garantisce affatto l'immunità se non quella regalata alle case farmaceutiche che lo producono, e che non è possibile raggiungere l'immunità di gregge e nemmeno quella di pollaio, le nuove misure in preparazione prevedono l'obbligo di tampone per gli inoculati per poter partecipare ai grandi eventi, per entrare in teatri, stadi e discoteche, e lo step successivo se il contagio non si fermerà sarà l'obbligo di tampone per tutti lavoratori nessuno escluso. D'altronde in Veneto la misura è già operativa per gli operatori sanitari inoculati i quali dovrannno sottoporsi al tampone ogni quattro giorni. Ed ecco allora che già sono partiti i primi mal di pancia del popolo degli inoculati i quali per la prima volta sono alle prese anch'essi con la sgradevole sensazione di essere discriminati e vessati e anche presi in giro, vedendosi crollare sotto i piedi e inaspettatamente il dogma della libertà da immunizzazione. Ci aspetta quindi un finale di anno con l'entrata in scena di una nuova categoria di incazzati contestatori, i no-tamp, i quali però non potranno che prendersela con chi il siero lo ha creato e prodotto e con chi ha dato loro l'illusione, durata assai poco, di essere i privilegiati della libertà, senza avvertirli però che presto la loro libertà sarebbe diventata una libertà vigilata.

Ugo Antani



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