I GARANTISTI DELLA DOMENICA
Il garantismo non è un optional o una opinione, non è uno strumento di propaganda politica né un vestito da indossare a seconda dell’occasione o di come ci si alza la mattina.
Si è e si deve essere garantisti sempre e comunque e per chiunque, perché ciò lo prevede la nostra Costituzione come principio di civiltà giuridica.
Mimmo Lucano, quindi, attualmente è innocente e lo sarà fino a quando non arriverà una sentenza definitiva di condanna all’esito dell’ultimo grado di giudizio.
Detto questo, tuttavia, non può sfuggire che quello che sta accadendo in questi giorni con la santificazione di San Mimmo martire e gli attacchi alla magistratura da parte dei buonisti benpensanti, politici e intellettuali vari dell’area rosso-progressista, non ha nulla a che vedere con il garantismo ma reca un odore acre di mera contrapposizione ideologica e di pura ipocrisia di parte.
Sta di fatto che quelli che pensano che Lucano sia un martire innocente si sono letteralmente scatenati con un diluvio di attacchi nei confronti della magistratura che in confronto il Berlusconi dei tempi d’oro appare solo un bambino che si lamenta con la maestra cattiva.
Il soccorso rosso a Lucano è arrivato da Pd, Sinistra Italiana, Leu, Rifondazione Comunista e da tutto l’arco costituzionale e anche incostituzionale del fronte immigrazionista.
Il segretario Pd Enrico Letta è «esterrefatto» per la sentenza che dà «un messaggio terribile e pesantissimo che farà crescere la sfiducia nei confronti della magistratura»; peccato però che non la pensava allo stesso modo quando i magistrati hanno condannato politici e carabinieri per una trattativa con la mafia che poi la Cassazione ha accertato non essere mai esistita.
Una serie di parlamentari del Pd, tra cui Laura Boldrini hanno sottoscritto un appello di solidarietà per Lucano, vittima di una «condanna abnorme che ci pare incredibile», e ciò fa abbastanza divertire detto da chi, come la Boldrini, ogni giorno va invocando condanne e fustigazioni per reati che non esistono (sessismo, transfobia, catcalling e menate varie).
Per Rifondazione Comunista si tratta di una «vergognosa sentenza, una vendetta di sistema che si fonda su un teorema assurdo», senza però spiegare di cosa esattamente aveva da vendicarsi il sistema nei confronti di Lucano e soprattutto cos’è “il sistema”, un gioco di società?
Secondo il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni si tratta di una sentenza «umiliante per la democrazia di questo Paese», anche se per poter parlare di sentenze che umiliano la democrazia Fratoianni dovrebbe prima apprendere cos’è la democrazia e prendere ripetizioni.
Immancabile ovviamente Roberto Saviano: «Mimmo, so che sei innocente», lui ovviamente, grazie agli amici di Gomorra è ben informato e sa sempre tutto prima, mentre Gad Lerner è scandalizzato: «è stata commessa un'ingiustizia, un terribile capovolgimento della realtà» e sarebbe allora interessante conoscerla da Lerner la realtà, così magari la racconta anche ai magistrati.
Il vignettista comunista Vauro si confessa complice: «Se Mimmo è un criminale sono orgoglioso di essere suo complice», e noi allora speriamo che se e quando la cassazione confermerà la condanna Vauro vada subito in caserma a costituirsi.
Anche le Ong si sono schierate, per Mediterranea Saving Humans è «una sentenza che fa orrore, una condanna politica», per Amnesty la condanna è «del tutto spropositata» ma qui il giudizio delle Ong è scarsamente attendibile visto il palese conflitto di interessi. Per l'ex no global Luca Casarini, esperto in botti, si tratta invece di una «pagina nera della Repubblica», e detto dal “corsaro nero” il colore è sicuramente azzeccato.
Per la portavoce delle Sardine, Jasmine Cristallo addirittura «c'è una questione morale nella magistratura ed è un'emergenza», e quindi ora vista la nuova emergenza passeremo dall’invasione dei virologi all’invasione dei criminologi.
La Rete Antirazzista ha organizzato un presidio a Napoli per protestare contro quella che è «una sentenza politica», ma la cosa suona davvero male perché se davvero la sentenza fosse stata politica Lucano sarebbe stato sicuramente assolto.
Sabina Guzzanti giudica la sentenza «fra le più luride di cui abbia memoria», addirittura più lurida di quella che l’ha condannata a risarcire Mara Carfagna per diffamazione, mentre il prete rosso, padre Alex Zanotelli arriva a scomodare il divino affermando: «si è fatta fessa la giustizia, una sentenza che grida vendetta al cospetto di Dio».
Come si vede, a sinistra quando ad essere toccati sono gli amici si scoprono improvvisamente garantisti e innocentisti e la magistratura, tanto cara quando incrimina gli avversari politici, diventa invece miope, assurda, ingiusta e perfino politicizzata.
E pensare che si tratta delle stesse persone che solo qualche giorno fa hanno gridato allo scandalo non per una condanna ma per un’assoluzione, quella nel processo sulla trattativa Stato-mafia, in questo caso volevano la condanna perché la notte avevano dormito male e la mattina non si erano svegliati garantisti.
Ugo Antani
