DEMOCRAZIA A PICCOLE DOSI
Mario Monti, uno che di governare dall'alto se ne intende davvero, in tempi di inoculazioni di massa e di dosi da somministrare non poteva trovare metafore migliori per descrivere e illustrare la sua aberrante e agghiacciante idea di controllare dall'alto l'informazione e di reprimere il dissenso.
Secono Monti, intervenuto su La7, "bisognerà trovare un sistema che concili la libertà di espressione ma che dosi dall'alto l'informazione, per cui occorre trovare delle modalità meno democratiche di somministrazione dell'informazione, e il governo istruito dalle autorità sanitarie dovrebbe tenere le redini di questo modello di comunicazione".
Il modello di informazione (o meglio di disinformazione) auspicato da Monti quindi somiglia in modo alquanto sinistro al Ministero della Propaganda nazista e all'emulo Ministero della Cultura Popolare di mussoliniana memoria che aveva proprio il compito di orientare l'opinione pubblica a senso unico, reprimendo e silenziando ogni voce contraria, censurando il pensiero avverso al regime e imponendo con gli ordini di stampa il contenuto che doveva avere l'informazione.
Ciò è esattamente quello che Monti vorrebbe vedere attuato, ovvero una sospensione sine die della libertà di informazione e di espressione, con la somministrazione di piccole dosi di democrazia soltanto al bisogno e sempre comunque sotto controllo medico.
Una sorta di pensiero unico pandemico imposto in modo autoritario e totalitario dove anche i media e i mezzi di comunicazione di massa devono prestarsi soltanto a divenire i megafoni della narrazione conforme da somministrare all'opinione pubblica.
In tutto questo però una cosa non torna, ci viene infatti il dubbio che l'intervista di Monti non sia recente e che in realtà sia andata in onda in differita perché nel frattempo "le modalità meno democratiche di somministrazione dell'informazione " in Italia le hanno già trovate e le stanno già attuando da un pezzo.
Ugo Antani
