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DAD - DISCRIMINAZIONE A DISTANZA

Bastano le parole stesse che ha pronunciato il ministro dell’istruzione Bianchi nell’annunciare le nuove misure per rendere bene l’idea dell’ultima perla escogitata dal governo dei migliori: “Vogliamo dare un segnale”. In effetti si tratta proprio di un segnale, ma di un segnale inquietante e aberrante. La discriminazione, perfettamente inutile, tra vaccinati e non vaccinati ha trovato la sua esemplare dimostrazione nelle nuove disposizioni che riguardano la scuola il cui accesso sarà sempre garantito ai vaccinati mentre invece sarà sbarrato ai non vaccinati, e ciò paradossalmente anche nel caso in cui a provocare il contagio sarà stato un alunno vaccinato. In particolare, nella scuola primaria con cinque o più casi di positività nella stessa classe i vaccinati potranno proseguire l’attività in presenza, e la medesima misura scatterà nelle scuole secondarie di I e II grado con due o più casi di positività, mentre i non vaccinati saranno obbligati ad andare in Dad.

Nella conferenza stampa di fine anno il premier Draghi ci aveva tenuto a puntualizzare che “ogni decisione qui è guidata dai dati, non dalla politica”. Si trattava chiaramente della ennesima bugia, di una fake news di un governo che ha fatto della mistificazione e della manipolazione dei dati e delle coscienze il suo marchio di fabbrica. Invero, non c’è assolutamente nulla di sanitario nelle nuove misure sulla scuola e nulla che possa avere una connessione con dati sanitari o scientifici. Siamo invece in presenza invece di un mero arbitrio e abuso di potere, di una pura e semplice discriminazione gratuita e senza alcun fondamento se non quello punitivo e apertamente vendicativo nei confronti dei dissidenti ora che, con l’imminente fine della pandemia e dello stato di emergenza, non vi sono più pretesti per limitare la libertà delle persone e per negare i loro diritti garantiti dalla Costituzione.

Al danno, inoltre, si aggiunge anche la beffa, considerato che un alunno non vaccinato, non obbligato da alcuna legge al vaccino, pur essendo perfettamente sano sarà costretto a subire quarantene di dieci giorni provocate da alunni positivi vaccinati che continueranno invece a frequentare la stessa scuola in presenza dopo soli cinque giorni di quarantena. Misure, come si vede, non solo vessatorie ma anche prive di ogni senso logico. Neppure il solito argomento delle terapie occupate per due terzi da non vaccinati può valere in tal caso a dare una parvenza di logicità alla misura adottata, essendo noto a tutti che i bambini non finiscono affatto in terapia intensiva, anche se qualcuno tra “i migliori” ci aveva provato a raccontare anche questa fake news, come l’ineffabile Sileri quando parlò in diretta televisiva di terapie intensive piene di bambini intubati.

Non vi è dubbio che ormai non siamo più sul piano sanitario e scientifico né sul piano politico ma siamo giunti sul piano della vera e propria superstizione o, peggio, su quello del controllo sociale dei dissidenti in stile cinese. Una nota di cronaca politica: la Lega di Salvini non ha votato le nuove misure sulla scuola e per bocca dei tre ministri Garavaglia, Stefani e Giorgetti ha fatto sapere che per loro “sono norme che discriminano i bambini non vaccinati”. Una presa di posizione questa, però, che arriva decisamente fuori tempo massimo, perché va bene avere invocato sull’orlo del precipizio la salvezza del Mattarella-bis, ma nessuno potrà cancellare l’onta di avere fatto parte di un governo che doveva essere dei “migliori” ma che si è rivelato soltanto quello dei “discriminatori”. Ugo Antani



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