BUGIE CONTAGIOSE
Dalla lettura delle 200 pagine dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico è emerso che il 7 marzo il Cts aveva proposto di "adottare due livelli di misure di contenimento", ovvero non un totale lockdown, ma azioni di contenimento differenziate, una nei territori in cui vi era maggiore diffusione del virus, l’altra nel resto del territorio nazionale.
Due giorni dopo, però, il premier Conte ha disposto la chiusura totale estendendo le stesse misure restrittive a tutto il Paese
Ora, il problema non è affatto che il governo abbia deciso qualcosa di diverso rispetto a quanto suggerito dal Cts; un simile operato infatti è legittimo poichè un esecutivo non può mai essere schiavo di un comitato di esperti e non può mai essere vincolato a pareri consultivi, ma deve poter assumere i propri provvedimenti in autonomia assumendosene ovviamente le conseguenti responsabilità.
Il problema sono invece le bugie che il premier ha raccontato agli italiani nel momento in cui ha giustificato il lockdown nazionale proprio con le raccomandazioni fornite dal Cts che invece, come ora si è scoperto, erano completamente diverse.
Anzi, chi ha buona memoria rammenta che Conte in tutti i suoi interventi pubblici si è sempre servito del Cts per giustificare il proprio operato.
Secondo un’analisi condotta da “Linkiesta” sui dati dei discorsi del premier nel periodo tra il 22 febbraio e il 16 maggio, il comitato tecnico scientifico è stato citato nel 69% delle dichiarazioni e per ben 118 volte il premier ha fatto riferimento al comitato tecnico-scientifico per giustificare i suoi provvedimenti: “Lo abbiamo fatto sulla base delle raccomandazioni del Comitato tecnico-scientifico”, “Alla luce delle raccomandazioni del comitato tecnico-scientifico”.
Va detto poi che i verbali resi pubblici sono solo 5, mancano i verbali delle altre 18 riunioni, e ciò si spiega con il fatto che gli avvocati che hanno chiesto la desecretazione l’hanno chiesta solo per questi cinque verbali che erano gli unici di cui si conosceva con certezza l’esistenza, ma nonostante tale cavillo tecnico appare inspiegabile e anche sospetta la loro mancata pubblicazione.
Tra i verbali mancanti vi sono quelli della mancata zona rossa ad Alzano e Nembro, ma proprio oggi è spuntato fuori il verbale n.16 del 3 marzo in cui il Cts indicava come necessaria l’istituzione della zona rossa nei comuni di Alzano e Nembro, e anche qui allora il naso di Conte si allunga a dismisura avendoci raccontato, e avendolo riferito anche al procuratore di Bergamo, che a lui questo verbale non risultava, scaricando ogni responsabilità sul governatore Fontana.
Ma non ci sono solo le bugie di Conte, in questi giorni risalta anche il silenzio di Salvini e Meloni.
Infatti, di fronte alle frottole raccontate da Conte, ci si sarebbe aspettati un fuoco di fila da parte di Salvini e Meloni nei confronti del governo, mentre invece non vi sono stati attacchi e mai vi saranno, e ciò per una semplice ragione.
Basta infatti ritornare ai quei giorni di marzo (tra il 7 marzo e il 12 marzo) per ripescare quello che Salvini e Meloni dicevano a gran voce: “E’ necessario istituire la zona rossa in tutto il Paese «Fermiamo tutto per i giorni necessari. Mettiamo in sicurezza la salute di tutta Italia. Chiudere prima che sia tardi». «Bisogna chiudere tutta l’Europa. Tutto il continente deve diventare zona rossa”.
Come si vede, il parere degli scienziati alla fine mette d’accordo tutti nel senso che in questa vicenda nessuno può dire di averci fatto una bella figura, mentre a rimetterci sono stati sicuramente gli italiani.
Ugo Antani
