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ANDREA SCANZI - FENOMENOLOGIA DI UN NIENTOLOGO

Poco più di una decina di anni fa c’era un personaggio in cerca d’autore di nome Scanzi Andrea che ogni lunedì sera raggiungeva gli studi dell’emittente Rte24ore a Strozzacapponi (vicino Perugia) per partecipare alla registrazione di Lunedì Sport trasmissione condotta tra gli altri da mitico eroe “mundial” Francesco Graziani. Sono passati più di dieci anni e quel personaggio ancora incerto e confuso sulla sua stessa identità (giornalista sportivo, esperto musicale, opinionista tuttologo alla Mughini) di strada ne ha fatta tanta. Sì perché il ragazzo con indefinite qualità e anche inespresse ha avuto ad un certo punto la fortuna di incrociare sulla sua strada un’agenzia nota come “la fabbrica delle star del giornalismo”, ovvero l’agenzia milanese Visverbi brillantemente condotta dal duo Barbara Castorina e Valentina Fontana (quest’ultima moglie del noto giornalista Gianluigi Nuzzi). La Visverbi si occupa praticamente del business del giornalismo e svolge il ruolo di agente dei giornalisti, ne curano l’immagine, li propongono, ne curano i contratti, contattano le trasmissioni e gli autori televisivi, li teleguidano dando loro consigli sul momento giusto per la comparsata in tv o la pubblicazione di un libro, gestiscono in sostanza il giornalista come un vero e proprio brand commerciale da promuovere e vendere. Tra i clienti della Visverbi ci sono molti dei volti noti che quotidianamente ci troviamo davanti allo schermo televisivo, come Antonello Piroso, Paolo Mieli, Giuseppe Cruciani, David Parenzo, Selvaggia Lucarelli e, come detto, Andrea Scanzi. Come raccontato dalla stessa Barbara Castorina “quando Scanzi arrivò da noi era uno che andava già in tv ma aveva bisogno di trovare un percorso suo, per prima cosa gli abbiamo detto di non andare più in tv per un certo periodo, poi ho insistito perché scrivesse il libro sui 40enni, poi è arrivato il contratto con Otto e mezzo di La7 per delle presenze fisse e le richieste per le presenze programmate nei programmi di calcio” tra cui anche Tiki Taka. La stessa agente spiega come “il giornalismo oggi è cambiato e bisogna anche sapersi vendere, possibilmente al prezzo giusto e al momento giusto”. Ebbene bisogna riconoscere che il lavoro della Visverbi con Scanzi ha condotto a risultati davvero strabilianti, l’agenzia lo ha infilato e proposto praticamente dappertutto e alla fine la creazione del personaggio è perfettamente riuscita. Il pervicace Scanzi oltre ad essere diventato una parte stabile dell’arredamento dello studio di Otto e Mezzo su La7 tanto da confondersi a volte con lo stesso sgabello della Gruber, ha letteralmente sfondato sui social dove la sua pagina ha raggiunto quasi un milione di fan e attualmente soltanto il Premier Giuseppe Conte raccoglie più seguito di lui. Sfruttando l’onda, ne ha anche approfittato per mandare alla stampa più di un libro, e tra le sue pubblicazioni spiccano (più per monotonia che per pregio di contenuti) quelle imparziali monografie su Salvini ove il dileggio è il connotato principale, se non l’unico, delle pregiate opere letterarie. Ma il meglio di sé Scanzi lo offre sui social con una sovraesposizione ossessivo-compulsiva, accompagnata da un rituale appuntamento con le sue dirette su Facebook nel corso delle quali si profonde nella divulgazione del suo pensiero da oracolo, discettando un po' a casaccio su tutto, e suscitando gli applausi e la devozione del suo popolo di adepti che attendono con trepidazione le 19,00 della sera per collegarsi e ascoltare le sue illuminate verità. Le sue performance da consumato showman, se non suscitassero un imbarazzo poco contenibile, sarebbero perfino divertenti e godibili, sempre a patto però di non prenderle sul serio e fare finta di non trovarsi al cospetto di un giornalista. L’avvio della diretta è un vero spasso dove Scanzi lancia un pezzo musicale del quale ovviamente afferma di conoscere pure cosa hanno mangiato i suoi autori il giorno in cui l’hanno composto, ma si tratta solo di un diversivo per controllare nel frattempo il numero degli utenti collegati. E’ in tale frangente che egli si trasforma nel miglior Giorgio Mastrota della situazione e invita gli utenti a collegarsi numerosi “forza ragazzi collegatevi che sto per parlare male di Salvini”, manca solo che dica “ai primi dieci collegati in omaggio il mio libro Il Cazzaro Verde e un gadget ricordo”. I contenuti poi delle dirette sono fin troppo scontati in quanto il monotema è il tappetino steso ai 5Stelle e a Giuseppe Conte e il dare addosso a Salvini anche quando respira; farebbe prima a dire direttamente “ragazzi Salvini mi sta sulle palle e quindi ne parlerò sempre male anche quando ha ragione”, e forse così farebbe almeno una figura più onesta. Ma la sua saccenza, la sua spocchia, l’ostentazione irritante della sua erudizione, conoscono pochi limiti e d’altronde lo ammette lui stesso compiaciuto come un pavone “ho un ego che fa provincia”, ed eccolo allora vantarsi dei suoi record di followers, dei record di vendita dei suoi libri, della sua scalata in classifica tra i personaggi più influenti sui social che lo ha portato ad insidiare nientemeno che il trono della nota intellettuale Chiara Ferragni che ora rischia di essere spodestata dal gradino più alto del podio. L'insulto malcelato e il dileggio, anche a livello personale, rivolto a chiunque non gli va a genio sono il suo stile e il suo modo di approcciare gli argomenti, anche quando con il malcapitato di turno non ci ha mai preso insieme neppure un caffè, ma a lui interessa poco se ciò può contribuire al raggiungimento dell’unico obiettivo che gli preme, ovvero la notorietà. Ma spesso e volentieri anche la figura barbina è direttamente servita e travolge la sua egocentrica auto-esaltazione, come quando, da runner, si è vantato di aver registrato sulla distanza della mezza-maratona un tempo paragonabile al record italiano della categoria senior, guadagnandosi con merito il soprannome di “Forrest Gump della Valdichiana”. Oppure quando il 25 febbraio ha pubblicato un video in cui affermava che il Covid-19 era una semplice e innocua influenza, venendo poi travolto dalla vergogna solo qualche giorno dopo quando la pandemia è esplosa in tutta la sua drammaticità, ma lui in realtà si era incazzato solo perché a causa del virus gli avevano fatto saltare i suoi spettacoli teatrali a pagamento. Eppure è convinto non solo di essere bravo ma anche di essere divertente, mentre il suo umorismo è praticamente inesistente a meno che qualcuno che abbia più di dodici anni si metta a ridere di fronte a battute come “Filippo Facci si pettina con i petardi” oppure “chi non compra il mio libro è un Salvini”. Quanto alla sua ostentata cultura musicale non si ravvisano particolari competenze artistiche, e le cronache che riguardano Scanzi in ambito musicale, a parte articoli non proprio memorabili su qualche rivista musicale, narrano più che altro di una scazzottata con Pau cantante dei Negrita che pare gliele abbia date di santa ragione a causa di una recensione negativa sulla rivista Mucchio Selvaggio. Discutibile sicuramente anche il look da discotecaro anni 80 sempre abbronzato, che prevede una sorta di divisa d’ordinanza, con collana in bella vista e perenne magliettina nera probabilmente concessagli in prestito direttamente da Giovanna Botteri. Imbattersi in Scanzi, leggerlo, seguire le sue dirette e le sue comparsate televisive lascia sempre la sensazione di non avere ben compreso quale sia il suo mestiere e di cosa si occupi egli di preciso, nonchè di avere a che fare con il classico amico del bar che si crede il più figo di tutti, il più intelligente di tutti, sempre pronto a mettere in risalto le incapacità e i difetti altrui in modo da sembrare sempre lui il migliore. Ma bisogna riconoscergli l’ostinazione e il grande merito di essere passato in pochi anni da Strozzacapponi alle vette più alte della notorietà; parlando del niente e coltivando il niente è riuscito a spazzare via tutti i concorrenti ed è ormai pronto al suo naturale approdo finale all’Isola dei Famosi.

Ugo Antani


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