Abbiamo fatto il botto. Spuntano le intercettazioni di Luca Casarini
Di fronte alle gravi accuse formulate dalla Procura di Ragusa il prode “re dei sette mari” Luca Casarini si era difeso provando a smontarle e giocando pure la carta della vittima: “non hanno niente nelle mani e rivoltano tutto per cercare una cosa che non esiste, è solo un modo per infangarmi, non hanno trovato soldi, se avessero trovato i quattrini ci avrebbero arrestati tutti”.
I Pm della Procura di Ragusa, che di certo non hanno tempo da perdere per mettersi ad infangare chicchessia e tantomeno un pesce piccolo del mare come Casarini, avevano in ogni caso già anticipato di avere in mano sia le prove del passaggio di denaro, sia eloquenti intercettazioni a carico degli indagati.
Ebbene, a smontare la difesa di Casarini sono venute fuori sia le prove del pagamento, sia le intercettazioni.
Si è trattato, in particolare, di una somma di ben 125mila euro versata con bonifico dalla Maersk Tankers, società armatrice della motonave danese, sul conto della Idra social shipping proprietaria della Mare Jonio, nave utilizzata dalla Ong Mediterranea Saving Humans.
Quindi, 125mila euro che divisi per 27 persone prese a bordo fanno circa 4.600 euro a migrante.
Niente male come business.
Ieri, inoltre, sono spuntate anche le intercettazioni che coinvolgono Casarini il quale mentre parla al telefono con Alessandro Metz, armatore della Mare Jonio, afferma «domani a quest'ora potremmo essere con lo champagne in mano a festeggiare perché arriva la risposta dei danesi» e se domani ci sarà l'ok «abbiamo svoltato e possiamo pagare stipendi e debiti». «Mi sa che abbiamo fatto il botto». «Speriamo bene, con quelli si sistemano tutti».
Aggiunge, inoltre, Casarini al telefono che i danesi stanno studiando la formula di copertura migliore per fare apparire l'operazione «legale», aggiungendo che «è una fattura di pomp... a Copenaghen» e, parlando al telefono con il capo missione Beppe Caccia, concorda con quest’ultimo che il bonifico dovrà apparire come il pagamento di «una fattura per attività di navigazione della Idra a dei partner privati»
Ricordiamo che l’accusa rivolta agli indagati, compreso Casarini, per il trasbordo di 27 naufraghi avvenuto nel settembre scorso, è molto grave, ovvero favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato dallo scopo di profitto, e tra gli indagati ci sono anche il capitano della nave Pietro Marrone, il capo missione Beppe Caccia e il regista Alessandro Metz.
Come scritto in una nota della Procura “Le indagini fin qui svolte, corroborate da intercettazioni telefoniche, indagini finanziarie e riscontri documentali, hanno permesso di far emergere che il trasbordo dei migranti effettuato dall’equipaggio della Mare Jonio è stato effettuato solo dopo la conclusione di un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi, accordo in virtù del quale la società armatrice della Mare Jonio ha percepito un ingente somma quale corrispettivo per il servizio reso”.
Praticamente un bel giro di soldi che molto poco, se non nulla, hanno a che vedere con gli aiuti umanitari e con la solidarietà.
Ugo Antani
